R di marchio registrato: quando si può usare?

Cerchiamo di fare chiarezza e vediamo insieme quando si può usare la R di marchio registrato e quali possono essere le conseguenze per chi la usa senza averne diritto.

Durante la navigazione in rete, hai notato che alcuni dei tuoi concorrenti usano il simbolo “R” di marchio registrato ®, mentre altri hanno optato per “TM”. Altri ancora non appongono nulla accanto al loro marchio. Cosa significa questo? Hanno registrato il marchio solo i concorrenti che utilizzano la “®” o il “TM”?
La risposta potrebbe sorprenderti!
Capita infatti le persone usino il simbolo R di marchio registrato senza avere il certificato di proprietà. Quindi non hanno un vero un marchio registrato. Allo stesso modo, ci sono molte aziende che, pur avendo il marchio registrato, non appongono la R, perché non è obbligatorio usarla…
Come avrai capito, la possibilità di mettere o non mettere il simbolo ® dopo il marchio e alcuni comportamenti scorretti hanno creato molta confusione!
In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza e vediamo insieme quando si può usare la R di marchio registrato (®) e quali possono essere le conseguenze per chi la usa senza averne diritto. Se invece vuoi vuoi saperne di più, puoi guardare questo video sul significato di marchio registrato o leggere il nostro articolo sul marchio.

R di marchio registrato

Chi ha il diritto di usare la R di marchio registrato e quando?

La legge prevede che si possa usare la R di marchio registrato solo quando si è ottenuto il certificato di registrazione. Perciò può usare il simbolo ® solo chi ha superato l’esame dell’ufficio competente ed è in possesso del documento che attesta la proprietà esclusiva del marchio.
Ricapitolando brevemente l’iter da seguire per registrare il marchio, per poter apporre la R bisogna prima aver depositato la domanda, aver atteso la risposta dell’ufficio competente. L’ufficio potrebbe anche rifiutare la registrazione, se il marchio viola i requisiti previsti dalla legge . Viceversa, l’ufficio pubblica la domanda di registrazione accettata sul bollettino dei marchi, dando così la possibilità ai terzi di opporsi.
Dopodiché, se non ci sono contestazioni, l’ufficio emette il certificato di registrazione e a quel punto si può usare senza problemi la R di marchio registrato.
La procedura richiede del tempo, quindi possono passare anche molti mesi dalla richiesta all’ottenimento del documento.
Forse è anche per questo motivo che in tanti non aspettano la fine dell’iter e applicano la R prima di ottenere il certificato. Dovrebbero invece attendere per vedere che la richiesta ha ricevuto eventuali contestazioni da parte di terzi. L’utilizzo prima del tempo del simbolo R di marchio registrato può comportare una sanzione, anche se di fatto viene molto raramente applicata.
C’è poi una prassi che si sta consolidando da tempo.
Invece di usare il simbolo ®, si sceglie di usare TM.  

TM e ®: sono la stessa cosa?

A volte si. Accade spesso, soprattutto quando si parla di marchi stranieri, che al posto di ® si utilizzi il simbolo TM, che sta per Trademark. In Italia non esiste una legge specifica sull’uso di TM” e “®“. Tuttavia, è prassi usare “TM” per indicare un marchio in attesa di essere registrato e indicare”®” per indicare un marchio registrato. Quindi, soprattutto per i marchi stranieri, è possibile che il simbolo “TM” abbia lo stesso significato del simbolo “R®” di marchio registrato.

Il simbolo TM non ha un valore specifico in Italia. Può essere usato per indicare che un nome è un marchio, anche se non ancora registrato.
Ricordiamo infatti che la registrazione in Italia non è obbligatoria, ma molto conveniente e opportuna per evitare rischi di contestazioni.. A questo proposito, potrebbe interessarti leggere cosa può succederti se non hai ancora registrato il marchio.

Apporre la ® non è un obbligo, ma è consigliabile farlo anche per evitare la “volgarizzazione del marchio”

La ® di marchio registrato non è obbligatoria, ma è consigliabile. Serve ad avvisare consumatori, clienti e concorrenti che quello che hanno di fronte è un segno protetto. Tale simbolo ha, inoltre, una grande valenza comunicativa: serve infatti a pubblicizzare a tutti i consumatori e concorrenti che la tua azienda ha investito su quel marchio, provvedendo a tutelarlo quale diritto esclusivo.
La vera tutela legale infatti è quella data dal certificato di registrazione, ma c’è un rischio che tutti i marchi corrono e che l’uso della ®, insieme ad una buona strategia di comunicazione ed una pronta azione legale, può arginare.
Stiamo parlando della volgarizzazione del marchio, cioè la situazione in cui un segno registrato diventa di uso comune fra i consumatori per descrivere un certo tipo di prodotto: è quello che, per esempio, è accaduto al marchio Scotch per indicare il nastro adesivo e al marchio Thermos per indicare la borraccia termica.
Una volta diventato di uso comune, un marchio è nullo!
Ti stai chiedendo come puoi evitarlo?
Attivandoti immediatamente sotto diversi punti di vista:


1. Tutelati legalmente
Diffida chiunque usi il tuo marchio per descrivere il prodotto che rappresenta.
2. Usa la comunicazione
Applica la ® ovunque (sul sito, sui materiali informativi, le brochure, i materiali promozionali…) e racconta la storia del tuo marchio: perché hai scelto quel nome, quali sono i valori che racchiude?

Un ultimo consiglio per proteggere il tuo Brand al 100%: usa il tuo marchio fin da subito.
Non tutti sanno infatti che, dal momento in cui un marchio viene registrato, il suo proprietario ha un dovere da rispettare, pena il rischio di vedersi cancellare il segno dai registri: è l’onere di utilizzo.


L’onere di utilizzo del marchio

Hai registrato il tuo marchio? Se vuoi evitare brutte sorprese, ti conviene usarlo quanto prima. Infatti, a partire dalla data in cui hai ottenuto il certificato di proprietà, scatta un periodo di tempo molto particolare – che cambia da Paese a Paese, per esempio in Italia è di 5 anni, mentre in Cina è di 3 anni – entro il quale chiunque può rivolgersi all’ufficio e chiedere la cancellazione del tuo marchio con la motivazione che questo non è mai stato usato.
L’onere di dimostrare che non è così è a carico tuo. Per cui, se qualcuno dovesse sollevare questo problema, dovrai produrre tutta la documentazione a supporto per evitare la cancellazione.  
L’onere di utilizzo del marchio è comune a quasi tutti gli Stati e di solito il problema sorge se un soggetto terzo si attiva contro chi ha registrato. Negli Stati Uniti, invece, fra il 5° ed il 6° anno da quando si è ottenuto il certificato di registrazione, spetta al proprietario del marchio dichiarare all’Ufficio marchi che lo stesso è stato effettivamente utilizzato nei 5 anni precedenti. In ogni caso, sarà il tuo consulente in Italia ad avvisarti di queste scadenze e ti informerà su tutti gli adempimenti da rispettare, tenendo conto anche degli aggiornamenti normativi che si verificano nei Paesi in cui il tuo marchio è registrato.  

Posso usare un marchio anche se non è ancora stato registrato?

Sì, puoi farlo, ma a tuo rischio e pericolo. Abbiamo già detto che la registrazione non è obbligatoria, ma anche se hai depositato la domanda, finché non hai ottenuto il certificato non puoi avere la serenità di portare avanti un business solido, in Italia e a maggior ragione all’estero. In primo luogo perché l’ufficio può anche respingere la tua richiesta, oppure può accadere che altri facciano opposizione perché il tuo marchio è simile o identico ad uno già registrato (ricordiamo infatti che l’ufficio italiano e quello europeo non fanno una ricerca di anteriorità prima di accettare o rigettare una domanda di deposito, ma si limitano a verificare che il marchio abbia i requisiti di legge per la registrazione).
In ogni caso, registrare conviene sempre perché, una volta ottenuto il certificato, la protezione del marchio si rafforza col tempo. Infatti, superato senza ostacoli il periodo previsto per l’opposizione e trascorsi 5 anni dalla registrazione, in Italia è praticamente impossibile perdere il diritto esclusivo sul proprio marchio e l’eventuale contestazione è più un caso di scuola che un evento reale. 

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